Gli Emirati Arabi non sono più solo il Paese dell’oro nero, in mezzo secolo hanno conquistato autorevolezza culturale e imprenditoriale, diventando meta dei mercati internazionali.
Prima le architetture avveniristiche, il più ampio mall del mondo, la Formula 1, il grande tennis. E ora i lavori per Expo 2020 dal titolo Connecting Minds, Creating the Future e poi il Louvre, il Guggenheim e perfino l’esplorazione di Marte. Tutto sarà realizzato entro i prossimi tre anni. Questi sono i ritmi e le ambizioni degli Emirati Arabi Uniti, lo stato a sud-est della Penisola araba che festeggerà a dicembre del 2021 i 50 anni della fondazione. Un’area geografica fatta di deserti, montagne, litorali dove tra gli anni 50 e 60 fu trovato il petrolio (ancora la principale fonte di introito del paese) e che da allora non ha smesso di prosperare. I tassi di sviluppo dell’economia non-oil ad Abu Dhabi (capitale degli Emirati) sono previsti tra il 6 e l’8% nei prossimi anni.
Come muoversi per business o per piacere? Gentleman lo ha chiesto a Giovanni Bozzetti, presidente di EFG Consulting, che negli Emirati ha messo a frutto l’esperienza di assessore al Comune di Milano e in Regione Lombardia.
“Mi piace pensare di essere l’ambasciatore del made in Italy nel Medio Oriente, in particolare negli Emirati dove non solo l’italianità origina stima, ma è riconosciuta come valore assoluto, così come accade in tutto il resto del mondo”, spiega Giovanni bozzetti. “L’alta qualità, lo stile e l’eleganza sono ciò che maggiormente viene ricercato da parte degli investitori emiratini, tanto che la propensione di spesa per i prodotti italiani è superiore a quella per gli stessi prodotti realizzati altrove”. E se sono almeno tre i punti de forza, ci sono altrettante lacune da colmare. “Gli imprenditori italiani dovrebbero però essere più preparati professionalmente, credere di più nei propri valori e avere maggiore elasticità quando si rapportano alle culture diverse dalla loro”.
Perché i facoltosi emiratini, più di ogni altra cosa, amano L’Italia; da questa certezza è nato il business di EFG Consulting, società di consulenza strategica in tematiche di marketing aziendale e internazionalizzazione d’impresa fondata da Giovanni Bozzetti.
“Negli Emirati Arabi il tasso di scolarità superiore è altissimo e dopo aver mandato i giovani a studiare nelle università più prestigiose del mondo, sono state aperte in loco sedi di quegli stessi famosi istituti. Adesso qui ci sono la Paris-Sorbonne University, il New York Institute of Technology, la Hult international business school di Cambridge. Ho iniziato nel 2001 a frequentare queste zone in veste di assessore”, ha aggiunto Bozzetti, “e ho visto un Paese che andava a velocità doppia rispetto alla nostra e ora si è quadruplicata”.
L’obbiettivo di EFG Consulting è quindi quello di aiutare le imprese italiane ad accedere a un ecosistema di imprenditori e manager con un’ottima capacità di spesa. “Oggi siamo i referenti esclusivi in Italia della Camera di commercio di Abu Dhabi, di Shurooq, Autorità per gli Investimenti di Sharjah e del Royal Club di Dubai, ma anche i referenti unici di Assolombarda servizi per l’internazionalizzazione, negli Emirati Arabi Uniti, delle imprese affiliate”.
Il metodo che ha portato già più di 50 aziende in Medio Oriente è però rigoroso.
“I presupposti essenziali sono tre: che il prodotto sia made in Italy, sia vendibile e che l’azienda abbia una buona capacità produttiva e un assetto finanziario solido. Gli emiratini sono interessati al design e all’arredamento in senso ampio, al cibo sia in termini di alta ristorazione sia del prodotto (in vista di Expo stanno sorgendo 320 nuovi alberghi a Dubai e 150 ad Abu Dhabi), alla tecnologia (principalmente di sistemi domotici), alla formazione superiore e alla professionalità dei medici occidentali. Si candidano a diventare il centro di delocalizzazione produttiva delle aziende straniere, grazie al basso costo della manodopera ed energetico e una tassazione e dazi vantaggiosi”.
Lo scorso dicembre negli Emirati ha avuto luogo la seconda edizione dell’Abu Dhabi-Milano business forum, ideato proprio da Bozzetti, nel quale è emerso come questo Paese rappresenti anche un hub per le esportazioni italiane sia nel Medio Oriente, sia in Nord Africa e in Asia.
“Grazie alla collaborazione di Liborio Stellino, ambasciatore italiano ad Abu Dhabi, siamo stati viatico per aziende medio-piccole”, ha aggiunto Bozzetti, “come Apizza (che realizza artigianalmente pizze a Napoli per poi congelarle e spedirle in tutto il mondo), Patat (specializzato in french fries con patate e oli italiani), ma anche i motoscafi utilizzati a Venezia che potranno arrivare negli Emirati, per attivare un servizio di taxi locale o l’azienda On House Milano che realizza sistemi integrati per le smart houses. Ora questa giovane realtà sta progettando la domotica a Dubai in un albergo di 420 stanze, in una cioccolateria e in 22 ville/hotel. Infine, la stilista Lidia Cardinale, che si è specializzata nel “see now buy now” ed è andata negli Emirati a visitare le case delle signore per capire i gusti e realizzare collezioni ad hoc”. Per conseguire questi risultati, Giovanni bozzetti ha portato nel Golfo la sua esperienza di imprenditore, manager e uomo delle istituzioni e aggiunge: “Ho portato anche tante magliette del Milan, di cui sono tifoso, che loro amano molto. Insomma, ho portato un modo di essere, ho saputo tessere amicizie, aspetto fondamentale nel mondo arabo, famoso per l’accoglienza. Quando un imprenditore emiratino è venuto in Italia, ho invitato in montagna la famiglia e le figlie hanno detto che sapevano sciare. Avevano imparato nel mall di Dubai…”.
Giovanni Bozzetti trascorre 100 giorni all’anno negli Emirati e ha imparato ad amare e apprezzare la continua evoluzione delle sue città, tra tutte Abu Dhabi, la capitale, e Dubai, considerata la New York del Medio Oriente. Nel 2017 a Saadiyat Island (isola a 500 metri dalla costa di Abu Dhabi) sorgeranno le nuove sedi del Louvre e del Guggenheim, a poca distanza una dell’altra, fulcro della realizzazione di un nuovo polo culturale che sorgerà nella città. Intanto, i lavori per Expo 2020 sono in pieno avvio, tanto che a Dubai stimano di terminarli entro il 2019 per poter così arrivare all’inaugurazione al meglio.
Da non perdere a Dubai e Abu Dhabi
Ecco i posti più amati da Giovanni Bozzetti nelle due città: “Tra gli hotel, citerei sicuramente tre dei più lussuosi e scenografici, che hanno un buon rapporto qualità-prezzo: Emirates Palace Abu Dhabi by Kempinski, Jumeirah Madinat Dubai e Atlantis Palm Dubai”. Nei ristoranti degli hotel si può anche bere alcolici, mentre nei locali della città è vietato. “Fra i miei ristoranti preferiti ci sono l’italiano Roberto’s gestito da uno chef italiano, sia a Dubai sia ad Abu Dhabi, poi il Pierchic, che ha un’atmosfera molto romantica, con una vista sulla vela del Burj al-Arab o la brasserie Angelique di Abu Dhabi. Imperdibile il famoso giapponese Zuma (che ha anche una sede a Dubai) e il libanese Li Beirut Abu Dhabi”. E per il dopo cena sono numerose le possibilità di svago, a partire dal MusicHall Dubai, con musica dal vivo: dal jazz al reggae, dal gipsy alla salsa, fino alla musica indiana. Amato e frequentato dal jet-set, il Billionaire Dubai e, infine, il 360° Dubai, un locale a vetrate, situato nel punto più estremo della marina, con vista su mare e skyline. “Nelle vicinanze ci sono posti incantevoli, come i resort (da cui partire anche per escursioni nel deserto) Qasr Al Sarab e Bab Al Shams, ma anche la riserva naturale in cui si possono fare i safari Sir Bani Yas Island. Per gli amanti della Formula 1, infine, vale una visita Yas Island, la più grande isola artificiale che ospita il circuito automobilistico”.
Di Cristina Cimato. Pubblicato su Gentleman – 3 marzo 2017.