Abbigliamento, Arredamento, Automazione industriale e Agroalimentare (le quattro A della manifattura italiana) a cui si aggiunge il turismo e la cultura. L’indice punta a sostenere e promuovere il saper fare italiano sui mercati internazionali valorizzando le eccellenze.
«L’obiettivo non sarà soltanto tutelare il prodotto, ma trovare e riunire tutti i professionisti del saper fare italiano. Insieme e coesi si può davvero fare la differenza all’estero». Spiega Marco Masselli, consigliere del GGI dell’Unione Industriale di Torino e fondatore di Italian Identity.
Circa 200 le aziende mappate nel quadro dell’iniziativa nata dalla collaborazione tra giovani industriali promotori di «Mappiamo l’Italia» e l’esperienza dell’Organismo Italian Identity. Con una attenzione tutta centrata sulla filiera.
La membership alla community dell’Index è soggetta a un controllo iniziale, a campione, e a verifiche periodiche da parte del Comitato Italian Identity Index, sulla base di una matrice di risk based con un audit, indipendente e di terza parte.
Le aziende con più informazioni certificate verranno riconosciute come più qualificate e saranno anche le più visibili. Ogni azienda avrà una sua scheda dove potrà aggiungere tutte le informazioni utili a dare più visibilità a impresa e prodotti.
Un’operazione di brand identity che fa leva su un indice verificato: il simbolo dell’’Italian Identity non vuole rappresentare una classica certificazione di qualità, «è piuttosto un sigillo con cui si afferma di essere parte attiva di una rete di networking che produce nel rispetto della tradizione italiana» chiarisce Marco Camuccio, vice presidente di Italian Identity.
Fonte: @sole24ore @torinoggi