Con un PIL stimato di 370 miliardi di dollari per il 2016, gli Emirati Arabi Uniti rappresentano una delle piú grande potenze economiche dei Paesi del Golfo.
La crescita economica non legata al mercato petrolifero sta notevolmente incrementando, grazie alla disposizione di fondi e a diverse riforme come la creazione di zone economiche speciali (meglio conosciute come Free Zone), sgravi fiscali e agevolazioni che incentivino gli investitori esteri.
Il settore petrolifero resta di cruciale importanza ma rispetto agli altri Paesi del Golfo l’economia degli Emirati è la più diversificata. I tre emirati maggiori Dubai, Abu Dhabi e Sharjah vantano un avanzato sistema di infrastrutture e servizi che li hanno resi attraenti sia per le società che mirano ai mercati Medio Orientali sia per i flussi turistici, commerciali e finanziari.
Negli ultimi anni gli Emirati Arabi grazie agli incassi ottenuti dalle esportazioni di petrolio hanno accantonato consistenti risorse per un valore di 1.250 mld a fine 2016. Questo ha permesso l’inizio di un processo di diversificazione dei settori economici e il Paese ha iniziato ad investire nelle proprie infrastrutture e nelle società estere quotate nei mercati più avanzati.
Si prevede una crescita rapida e costante per i settori non legati agli idrocarburi: +2,9% nel corso di quest’anno e +3,8% entro la fine del 2018. L’economia verrà inoltre sostenuta dagli investimenti di Dubai in vista dell’Expo 2020 e dai programmi d’investimento di Abu Dhabi e Sharjah che puntano allo sviluppo di infrastrutture di trasporto, trattamento di acqua e aree di insediamento abitativo e industriale.
Sono stati inoltre previsti 85 mld di finanziamenti per ridurre la dipendenza economica del Paese dal petrolio e diversificare i settori commerciali. Gli scambi multilaterali degli EAU dell’anno scorso hanno avuto un valore pari a 529 mld, +0.9% sul 2015. L’interscambio con l’Italia è stato di 6,4 mld, le esportazioni sono state costituite da metalli, prodotti petroliferi o chimici. Dall’ Italia sono stati importati principalmente macchinari meccanici, apparecchi elettrici, manufatti di diverso genere, articoli di gioielleria, abbigliamento, tessuti e metalli per un valore di 5,4 mld.
Sono presenti ormai 40 zone economiche speciali dedicate al libero scambio, dove gli investitori hanno agevolazioni fiscali e burocratiche, possono ottenere esenzioni e partecipare alle gare d’appalto. Questo sembra essere un piccolo paradiso per le aziende italiane e ormai si contano quasi 200 aziende tricolore operanti principalmente nel settore energetico, delle costruzioni e dei trasporti.
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