Implementare l’indice di vivibilità nel giro dei prossimi quattro anni, quando entrerà in vigore il nuovo Piano Regolatore del 2020, per trasformare Dubai in una vera e propria “compact city”. Ovvero, una città a misura di pedone, “concentrando tutti i futuri progetti urbanistici, sia che riguardino il business che il residenziale, attorno alle stazioni della metropolitana, al fine di ridurre la lunghezza degli spostamenti e di minimizzare al tempo stesso gli effetti nocivi di traffico ed inquinamento”, come ha spiegato Najib Mohammad Saleh dell’Ufficio Pianificazione cittadino a Gulf News. E per fare in modo che tutto possa procedere come stabilito, i costruttori saranno obbligati a presentare anche uno studio sull’impatto del traffico (Traffic Impact Study), che dovrà essere necessariamente approvato dalla “Roads and Transport Authority”, prima che l’intero piano ottenga il definitivo via libera.
Fra i progetti di edilizia residenziale in corso d’opera e da completare entro il 2020 (che sarà anche l’anno dell’Expo) spicca naturalmente “Desert Rose”, la città a forma di fiore del deserto che verrà realizzata su una superficie di 14.000 ettari fra Al Ruwaya e Al Aweer e ospiterà 160.000 persone. “Desert Rose è essenzialmente un progetto di edilizia locale avviato e realizzato da noi – ha precisato Saleh – e volto a soddisfare la crescente domanda residenziale attraverso la realizzazione di differenti tipologie abitative, stabilite in base al reddito”. Al fine di ridurre il trasporto privato e le emissioni di anidride carbonica, le abitazioni saranno infatti costruite lungo il tracciato della metropolitana e nelle vicinanze delle stazioni, mentre tutti gli edifici saranno dotati di pannelli solari e sfrutteranno un sistema di riciclaggio delle acque.
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