C’era un tempo in cui i brillanti pensatori arabi erano all’avanguardia nel campo dell’ingegneria, della medicina, della matematica e dell’astronomia, al punto che, se avessero continuato con le loro scoperte, “nel XX secolo gli scienziati musulmani avrebbero vinto ogni singolo premio Nobel“, ha sottolineato l’astrofisico statunitense Neil deGrasse Tyson, direttore dell’Hayden Planetarium del Museo Americano di Storia Naturale, parlando ai 3.000 delegati delle 125 nazioni presenti a Dubai per il World Government Summit.
E invece questa Golden Age della scienza di matrice musulmana è stata seguita da secoli d’inaspettato oblio, come confermano i soli 3 premi Nobel su 665 assegnati a studiosi islamici fra il 1900 e il 2015, ovvero meno dell’1%. Da qui la necessità di tornare ad investire massicciamente nella scienza e nella tecnologia, “così che le nuove generazioni del mondo arabo possano riprendersi il loro glorioso passato, trasformando Dubai in una città proiettata al futuro”, ha ribadito l’esimio accademico nel corso del suo intervento.
E in quest’ottica l’Expo 2020 e la prossima missione su Marte sono indicatori forti di come l’Emirato sia avviato sulla strada giusta, per far sì che l’innovazione scientifica e le scoperte tecnologiche diventino il motore dell’intera economia. “Arrivando in aereo a Dubai per questo vertice mi è tornata alla mente la foto della città del futuro che avevo visto raffigurata nel 1964 per pubblicizzare l’Expo di New York – ha concluso Tyson – e forse proprio qui negli Emirati si trova quella città del futuro che sognavamo negli anni Sessanta. Ecco perchè Dubai è il posto giusto per la città di domani e grazie all’Expo 2020 può rappresentare una nuova speranza per un’intera generazione“.
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