Cinque milioni d’ingressi nel solo mese di ottobre, per un totale di 21,5 milioni di biglietti venduti nei 184 giorni della manifestazione: questi gli impressionanti numeri con cui si è congedata l’Esposizione Universale 2015, che si è chiusa sabato 31 ottobre con una cerimonia ufficiale all’Open Air Theater, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e con le note di “Nel blu dipinto di blu” nella versione di Antonella Ruggiero a risuonare nell’aria.
“Il successo dell’Expo – ha spiegato il Capo dello Stato nel suo discorso conclusivo – sta nell’aver cercato di definire il cibo e l’alimentazione come lingua comune dei popoli, che non diventa però omologazione bensì valorizzazione delle biodiversità, rispetto delle culture e delle loro radici e scoperta d’interessi convergenti”. Ecco perché l’ultimo atto di Expo 2015 non rappresenta una fine, ma – come ha sottolineato anche il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia – “un ponte verso il futuro”.
E a proposito di futuro, è ormai certo che l’Albero della Vita, Palazzo Italia, l’Open Air Theater, il Padiglione Zero e Cascina Triulza resteranno al loro posto e che il resto dell’area diventerà probabilmente un campus universitario.
Quanto ai padiglioni, la maggior parte verrà smantellata e per gli altri si stanno studiando delle possibili soluzioni: molte strutture verranno infatti ricollocate altrove o torneranno nei loro paesi d’origine, mentre le rimanenti verranno vendute al miglior offerente.
Una certezza riguarda invece il destino delle celebri “dune” degli Emirati Arabi: la suggestiva installazione realizzata dal geniale designer britannico Norman Foster sarà infatti trasferita a Masdar City, la prima città al mondo a emissioni zero a pochi chilometri da Abu Dhabi, e che sarà pronta entro il 2020, giusto in tempo per l’Expo di Dubai: un investimento da 22 miliardi di dollari per questa avveniristica “città sorgente” in pieno deserto (“Masdar” significa, appunto “sorgente”) che coprirà una superficie di 640 ettari (a pieno regime, i residenti saranno circa 50 mila) e consumerà il 75% di energia in meno rispetto ad un centro abitato tradizionale di uguali dimensioni, sfruttando per l’80% quella solare, quindi l’eolico e i rifiuti.
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