“L’Italia è il paese dove sono allocate le più straordinarie bellezze culturali e i più attraenti beni paesaggistici . Soltanto attraverso il turismo l’Italia potrà superare la crisi mondiale,
creando nuovi posti di lavoro e le condizioni di sviluppo sistemico. Il turismo deve divenire la prima industria del nostro Paese”. Non potrebbe essere più convinto a riguardo, Giovanni Bozzetti, fondatore e presidente di EFG Consulting, società di consulenza strategica specializzata nell’introduzione delle aziende italiane nel mercato del Golfo arabico.
Il Turismo è la nostra eccellenza, anche se… Ci si interroga spesso su come rendere sempre più attrattivo il nostro Paese.
Che, detto così, sembrerebbe quasi un bizzarro ossimoro, visto che l’Italia è di per sé molto attraente.
Ma appunto, quale la differenza sostanziale tra attraente e attrattivo?
Il significato di attraente è “che attira su di sé l’attenzione”, i suoi sinonimi più frequenti sono “allettante, affascinante”. Essere attrattivo significa invece “che ha potere di attrarre”, in senso figurato “seducente”. Si intende subito il legame che unisce le due parole, ma allo stesso tempo anche la loro sottile distanza.
Il termine chiave è POTERE.
E allora, salta subito all’occhio questo: noi, questo POTERE, ce l’abbiamo? E soprattutto, lo sappiamo usare?
L’errore che spesso si commette è quello di dare per scontato che se la bellezza è insita nelle cose, in parole più povere, se possiamo vantare e contare sull’eccezionale patrimonio estetico dell’Italia, questo sia abbastanza. Invece no. Non si può vivere di rendita, o almeno non solo. E’ un po’ come (concedetemi il raffronto un pelo azzardato) una bella donna che non si cura e non sfrutta appieno le sue caratteristiche fisiche. Sarà sempre bella, ma senza quel tocco in più che la distingue dalle altre centinaia di migliaia di belle.
E’ per questo che occorre cominciare a considerare il turismo una risorsa dalla quale partire per “costruire”. Considerare il turismo una vera e propria industria.
Recentemente il Ministro dei Beni culturali Dario Franceschini, ha accennato a un piano strategico condiviso che “porti ognuno a fare la propria parte”, perché “il turismo mordi e fuggi non porta ricchezza al territorio”.
Ecco la chiave del discorso.
Ci siamo fatti forti, ad esempio, delle potenzialità di Expo 2015 prima che l’Esposizione Universale avesse inizio, ci siamo fatti forti di Expo durante i 6 mesi di permanenza a Milano, e continuiamo a sentirci forti ora che Expo 2015 è terminato già da altrettanti 6 mesi. Peccato che ancora non abbiamo ben capito, in termini pratici ed economici se sia stato davvero un investimento lungimirante, fin dalle sue fondamenta strutturali.
E’ chiaro e abbastanza ovvio che se si analizzano i dati del turismo nel periodo compreso tra maggio e ottobre 2015, si legge una crescita generale nell’indotto Paese.
L’incremento della presenza turistica trova infatti testimonianza nei dati del Sistema ricettivo Milanese che registra, in particolar modo da giugno in poi, robuste variazioni tendenziali delle camere occupate negli alberghi presenti.
E’ aumentata nel periodo maggio-ottobre 2015, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, la spesa sostenuta dai turisti stranieri in Lombardia (+16%), che corrisponde ad un incremento sia negli arrivi (+12%) ma soprattutto nelle presenze (+18).
E ora? Qual è la situazione reale?
Se ci basiamo sui dati elaborati dalla Camera di Commercio di Milano, i primi mesi dell’anno sono stati molto positivi per il turismo milanese: a febbraio e marzo le camere d’albergo degli hotel milanesi hanno registrato un tasso di occupazione pari al 67,6 %, superando i livelli di occupazione alberghiera registrati a Roma (55,6%), Firenze (56,5%) e Venezia (53,4%).
“La città è profondamente cambiata”, commenta Remo Eder, consigliere. “E’ un momento particolare per osservare la situazione. Il turismo business sfocia sempre di più nella componente leisure. Giocano un ruolo importante le attività congressuali, con attenzione al tempo libero, alle attività culturali e sportive. Cresce la presenza dei visitatori nei week end. Expo è stata una vetrina significativa”.
E se non vogliamo limitarci ad un’analisi di confronto con l’Italia, potremmo anche sottolineare come Milano abbia superato addirittura Parigi per il tasso di occupazione degli alberghi in febbraio.
Insomma, nel capoluogo lombardo l’onda lunga dell’Expo continua ad essere avvertita chiaramente e i risultati sono apprezzati, ma quali sono gli interventi mirati che verranno messi in campo d’ora in poi?
La competizione è elevata, ma allo stesso tempo non abbiamo niente da invidiare a nessuno, e possiamo, anzi, dobbiamo puntare a un ruolo da protagonista assoluto nel panorama internazionale, sfruttando appieno anche la rivoluzione digitale in atto. Siamo realmente consapevoli fino in fondo di quanto l’Italia sia studiata e desiderata all’estero, per l’arte, la cultura, la moda, il design, la cucina?
Il segreto è mischiare le carte sul tavolo? Rendere tutte le singole eccellenze un’unica grande, enorme, inestimabile eccellenza?
E forse occorre anche osare un po’ di più?
Di Manuela Donghi
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