E’ Giovanni Bozzetti, fondatore e presidente di EFG Consulting, società di consulenza strategica specializzata nell’introduzione delle aziende italiane nel mercato del Golfo arabico, a introdurre il punto centrale dell’articolo: “La ricerca mette in evidenza come Dubai sotto la spinta di Expo 2020 abbia un incremento notevolissimo negli investimenti immobiliari e in nuovo sviluppi urbanistici”.
Si sa, spesso le crisi, soprattutto quelle importanti, possono essere un’occasione, o comunque diventarlo. Caso emblematico quello che vede protagonista ancora una volta la città di Dubai, destinazione super favorita per gli investimenti immobiliari.
E’ lo studio di consulenza Cluttons a rimarcare come proprio le condizioni di mercato rese ancora precarie dagli effetti della recessione, stiano incentivando i più facoltosi nel CCG (Consiglio di cooperazione del Golfo) ad investire.
Il risultato della ricerca, fatta tra individui in possesso di almeno 1 milione di dollari, ha messo sul podio Dubai con il 27% delle preferenze, seguita da Abu Dhabi (21%) e al terzo posto da Sharjah (8%).
Richard Paul, Direttore delle valutazioni residenziali per lo studio Cluttons, ha messo l’accento proprio sulle situazioni che offrono i rendimenti più interessanti.
Così racconta. “Un esempio di questa tendenza ce lo da’ The Springs, quartiere residenziale di Dubai, ideale per le famiglie, che nel corso degli ultimi 18/24 mesi ha risentito del calo più pesante del suo valore immobiliare (si parla addirittura del 20%). Ecco, molti stanno approfittando di questo. The Springs è rimasta una zona molto popolare e ricercata, con affitti da Dh115,000 e Dh135,000 all’anno, che garantiscono agli investitori rendimenti pari al 5,5/6 %”.
Bene anche gli investimenti a Deira (rendimenti pari a 8,5/9%) e a Bur Dubai (8/8,5%).
Murray Strang, Responsabile investimenti per la Cluttons, sottolinea un aspetto molto accattivante. “Raramente appartamenti in queste zone restano sfitti, nonostante siano quartieri vecchi e quindi più complicati a livello di gestione e mantenimento. Certo, potrebbero non esserci i migliori edifici da guardare, ma in termini di affidabilità e reddito, sono gli investimenti che a lungo termine appagano maggiormente: parliamo di guadagni dell’8,5 o addirittura al 9% rispetto al 7,5% del centro di Dubai”.
Insomma, tanto per arrivare a una morale del discorso, secondo Strang, occorre: “Costruire per soddisfare le offerte”.
Recentemente però, anche un’altra ricerca, quella della società di consulenza immobiliare del Medio Oriente Phidar, fa luce sui dati del mercato immobiliare. L’amministratore delegato, Jessie Downs, evidenzia come nel primo trimestre di quest’anno i prezzi siano diminuiti del 2,2%, aggiungendo a questa stima il valore debole del petrolio, la ridotta liquidità e l’aumento del debito pubblico, che hanno influenzato negativamente il mondo del lavoro e di conseguenza le richieste di affitto. “Un ottimismo privo di reali fondamenta può avere un impatto estremamente distruttivo sul mercato”, avverte.
Di Manuela Donghi
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