In Italia è nuovamente tempo di musica. E a far risuonare un mercato che negli ultimi sei anni è stato costretto al silenzio forzato a causa della crisi dei consumi, perdendo di fatto un terzo del proprio valore, sono gli strumenti musicali, in crescita costante da ben 24 mesi. Come infatti confermano le stime di Dismamusica, l’associazione di categoria che riunisce produttori e distributori, nel 2015 il business degli strumenti musicali ha mosso un giro d’affari di circa 280 milioni di euro, con un aumento del 4,7% rispetto all’anno precedente, dove pure si era registrato un confortante segno positivo. E altrettanto bene sono andati anche i settori dell’accessoristica e quello delle edizioni, che, uniti al mercato degli strumenti, hanno raggiunto un valore economico complessivo di oltre 1,1 miliardi: numeri senz’altro lusinghieri, anche se ancora lontanissimi da quelli del mercato Usa, il primo al mondo con 4,8 miliardi.
Ma ancor più incoraggiante è stato l’andamento delle vendite oltreconfine degli strumenti “made in Italy”, che nel 2015 si sono attestate su 271,3 milioni, con un incremento del 16,2% sull’anno precedente, confermando la solidità del nostro Paese nel panorama europeo, dove è secondo solo alla Germania. E proprio la città tedesca di Francoforte sarà teatro delle due più importanti fiere di settore: ovvero “Musikmesse“, in programma dal 7 al 10 aprile e dedicata agli strumenti musicali, e “Prolight+Sound“, di scena dal 5 all’8 aprile ed incentrata sulle ultime tecnologie per l’entertainment.
Ben 80 gli espositori italiani presenti alla prima kermesse, con una nutrita delegazione di liutai cremonesi, la cui arte è stata riconosciuta patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco, e di produttori di fisarmoniche di Castelfidardo, in provincia di Ancona. “L’eccellenza italiana nel campo degli strumenti musicali si esprime nell’accurata lavorazione artigianale, che regala peculiarità tecniche e sonore ineguagliabili”, spiega Donald Wich, amministratore delegato di Messe Frankfurt Italia, annunciando inoltre la presenza di circa 60 espositori tricolori anche nella seconda manifestazione, nata all’interno della prima, ma da ormai 15 anni diventata un evento a sé stante.
“Finalmente si comincia a vedere un po’ di luce in fondo al tunnel – commenta Claudio Formisano, presidente di Dismamusica – e il merito è anche delle imprese, che hanno saputo affrontare un riposizionamento generale, sia allargando il ventaglio dei prodotti per conquistare quote di mercato low-cost, sia cambiando radicalmente atteggiamento nei confronti del web, non più ‘vetrina’ del negozio fisico, com’era prima della crisi, ma diventato assoluto protagonista delle vendite online”.
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EFG CONSULTING MILANO