Il mondo ha “fame” d’Italia e l’eccellenza dei prodotti alimentari ha fatto volare le esportazioni dell’8% nel 2015, raggiungendo il record storico di 36,9 miliardi di euro. Lo rileva un’analisi della Coldiretti che, basandosi infatti sui dati Istat relativi al commercio estero per il 2015, ha evidenziato come nell’ultimo decennio il valore dei cibi e dei vini “made in Italy” sia praticamente raddoppiato, confermando così come al di fuori dei patri confini i prodotti enogastronomici italiani siano sempre i più richiesti. Basti pensare al vino, le cui esportazioni sono aumentate del 6% nel 2015, ma altrettanto bene sono andati anche pasta (+9%), olio d’oliva (+10%) e ortofrutta (+11%), mentre negli ultimi dieci anni i formaggi hanno fatto registrare un balzo in avanti addirittura del 95%.
E i motivi di questo boom tricolore sono molteplici e spaziano dalla ripresa economica internazionale (lenta ma comunque confortante) ai tassi di cambio favorevoli su mercati importanti come quello statunitense (principale sbocco extracomunitario, con una crescita stimata del 20%), senza ovviamente dimenticare il positivo lascito dell’Expo, che ha permesso alle aziende italiane di presentare un modello agroalimentare unico al mondo. Non a caso l’alimentare, che è il secondo comparto manufatturiero in Italia, ha un effetto traino sull’intera economia, ma i dati attuali potrebbero migliorare ulteriormente con una tutela più efficace nei confronti della “pirateria alimentare internazionale” che, utilizzando surrettiziamente parole, immagini e ricette che richiamano all’Italia (ma che in realtà con il nostro paese non hanno nulla a che fare) fattura oltre 60 milioni di euro, ovvero quasi il doppio del valore delle esportazioni alimentari realmente “Made in Italy“.
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