L’appuntamento Expo 2020 Dubai ha portato ulteriore sviluppo: ad Abu Dhabi sono in costruzione 300 hotel, a Dubai 120. Il tutto in una nazione che viaggia la ritmo di un Pil del 3,4%.
E’ bene sottolineare poi che la maggior parte dell’economia locale ora è svincolata dal petrolio, perché l’obiettivo governativo intende far diventare gli Emirati un centro d’attrazione per tutti i mercati mediorientali, in aggiunta a molti di quelli africani e asiatici.
Come è stato possibile raggiungere questi risultati?
” Diversi Paesi hanno diretto qui i propri investimenti dopo le agitazioni della Primavera araba del 2010-2011, ma va evidenziato che le iniziative sono avvantaggiate anche da un atteggiamento di apertura per gli investitori stranieri adottato dagli Emirati “. Spiega Giovanni Bozzetti, referente per l’Italia della Camera di commercio di Abu Dhabi e presidente di EFG Consulting, società per l’internazionalizzazione.
Quali sono i settori più attivi?
” In aggiunta al turismo, l’immobiliare è in risalita dopo lo scoppio della bolla del 2012: una crescita dovuta anche all’aumento della popolazione residente. Sul posto poi si stanno insidiando molte aziende straniere, attratte dalle agevolazioni all’impresa, che sottraggono al Far East l’ultima fase della lavorazione manifatturiera e si avvantaggiano della posizione geografica di crocevia degli Emirati. Questa strategia è facilitata anche dall’assenza di dazi nei confronti degli esportatori ” .
Ci sono chance anche per i piccoli imprenditori italiani?
” Le “tre F italiane” (fashion, furniture, food) danno buone opportunità. Anche i second level brand di moda, in aggiunta a quelli di lusso, sono apprezzati, purché si tratti di prodotti di qualità e di buona fattura. Le piccole aziende artigiane italiane che producono mobili potranno fare buoni affari. La cucina di casa nostra è molto rinomata, ma va sottolineato che sul posto è già agguerrita una concorrenza radicata da parte di nomi blasonati e famosi. In ogni caso, è fondamentale la costruzione di rapporti personali con gli operatori emiratini, che però essendo basata sulla fiducia richiede almeno un anno di tempo ” .
Quali sono i passi falsi da evitare?
” I locali preferiscono ricevere materiale informativo su carta, anziché in digitale. Diversi italiani però credono che una traduzione eseguita con Google Translator sia sufficiente: niente di più sbagliato. I locali si aspettano risposte rapide, ma anche pazienza per la lentezza delle loro decisioni. Importante poi mantenere la parola data, che per gli emiratini vale come un contratto scritto, e dimostrarsi flessibile verso la richiesta di modifiche “.
Gli emirati sono sette: dove puntare per fare impresa?
” Il più attivo è Abu Dhabi, ma la sua ricchezza deriva per oltre l’80% dal petrolio. Dubai invece è concentrata più su attività non produttive. Sharjah sta crescendo a buon ritmo e attira molti investimenti dedicati a farla diventare un polo specializzato nel settore ospedaliero “.
Articolo completo su Millionaire, 2 febbaio 2017.