QUALI SONO I VANTAGGI COMPETITITVI DI SHARJAH? “L’Emirato di Sharjah è?l’unico emirato con doppio affaccio su mare arabico e oceano indiano e offre un polo industriale, uno di ricerca e formazione (grazie alle università)?e free zone sia portuali che aeroportuali. Il costo della vita e per l’insediamento di un’attività è più basso rispetto alle altre aree del Paese e può contare su un clima molto positivo di accoglienza alle attività estere produttive e commerciali.” Sottolinea Giovanni Bozzetti, presidente di Efg Consulting, in occasione dell’intervista condotta dal Sole24Ore.
Il 6% del Pil totale degli Emirati è generato a Sharjah:?a costruzioni e servizi alle imprese va la quota più importante del prodotto interno lordo dell’emirato (22%), seguiti da manifatturiero (16,5%) e commercio (12,4).
Nell’emirato si produce il 33%?dell’intera manifattura dei sette Stati federati negli Emirati Arabi Uniti.
Partendo da una posizione di vantaggio, Sharjah, al pari degli altri Paesi dell’area, ha da tempo un’agenda per l’ulteriore diversificazione dell’economia dal petrolio. L’obiettivo dei Paesi Gcc (Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman e Qatar)?è portare la quota dell’industria dal 10 al 20% del Pil entro il 2020. I?settori non petroliferi stanno crescendo al tasso del 6% e gli investimenti cumulativi nella regione hanno superato i 300 miliardi di dollari, creando oltre 14mila imprese manifatturiere e un milione di posti di lavoro.
Il cuore del business in questo emirato sono il distretto industriale e le sue free zone, con ampi spazi ancora disponibili rispetto alle più congestionate e costose?aree di Dubai, Abu Dhabi e Ajman.
“Esistono tre free zone, vicine al mare e all’aeroporto – spiega il direttore Mohammed Al Musharrakh – e altre sono in progettazione in campi specifici, dalla sanità ai media. In tali distretti gli stranieri possono aprire società possedute al 100% e godere di molte agevolazioni fiscali, a cominciare dall’esenzione dai dazi su import ed export”. Per ottenere una licenza, sottolinea Al Musharrakh, bastano due giorni lavorativi.
Ambiente, energie rinnovabili, sanità, istruzione e turismo sono i settori economici dove si prevede la crescita maggiore ma a fungere da calamita per le imprese straniere è soprattutto l’opportunità di importare e riesportare senza dazi. Non ovunque, ma nei circa 40 Paesi con i quali esistono accordi di libero scambio. L’emirato, dunque, registra un alto tasso di ri-esportazione delle merci, in specie pietre e metalli preziosi, veicoli e macchinari.
Per attirare le imprese straniere, Sharjah sfrutta la forza dei tre porti, due sul Golfo, uno sull’oceano Indiano. La tradizione commerciale, amplificata dall’essere una porta sull’Asia – di fronte a Iran, Pakistan, India – e sull’Africa, si intreccia alla presenza di un comparto industriale tra i più importanti dei sei paesi arabi del Gulf cooperation council.
“I nostri porti vengono serviti da 18 delle più grandi compagnie di trasporto marittimo al mondo” spiega Jithin Varrier, responsabile commerciale della free zone aeroportuale Saif dove hanno preso “casa” oltre 7.200 società, di cui 123 italiane. Gli spazi per uffici hanno affitti annuali che vanno da 7 a 10mila dollari mentre i depositi/capannoni costano da 16mila dollari (per 125 metri quadrati)?a 56mila (600 metri quadrati).
Nell’emirato sta aumentando anche il turismo:
a gennaio il tasso di occupazione degli hotel è cresciuto del 5,5%.
Articolo estratto da @Sole24Ore del 28 marzo. A cura di Roberta Miraglia