Posa della prima pietra. Buffagni: ‘Impegno perché diventi museo design’
I 4,38 chilometri quadrati su cui il 20 ottobre 2020 si accenderanno le luci scintillanti della prima Esposizione universale del Medio Oriente, oggi sono un cantiere zeppo di gru e macchinari in movimento, che animano un immenso cantiere in piena attività intorno alla struttura già ben visibile della Al Wasl (che in arabo significa ‘connessione’) Plaza, la gigantesca cupola che sarà il vero cuore dell’Expo 2020 di Dubai. E’ in questo scenario che l’Italia ha avviato ufficialmente, con la cerimonia della posa della prima pietra, i lavori del proprio Padiglione, che è già destinato a lasciare il segno, visto che gli Emirati hanno chiesto di lasciarlo in eredità ad Expo: proposta accettata dall’Italia, che punta a trasformarlo in un museo.
La richiesta è stata al centro di un bilaterale fuori programma tra il vice ministro dello sviluppo Stefano Buffagni e la ministra per la cooperazione internazionale, nonché direttore di Expo 2020 Dubai, Reem al Hashimi, cui ha partecipato anche il commissario generale dell’Italia per Expo 2020 Paolo Glisenti. “Hanno espresso il piacere di poter fare in modo che questo padiglione diventi permanente. Noi abbiamo detto che è una cosa sulla quale possiamo lavorare insieme perché si può farlo diventare il museo del design italiano a Dubai, un bel posto per dimostrare la nostra eccellenza”, ha spiegato Buffagni, che a Dubai ha presenziato alla cerimonia di ‘groundbreaking’ (presente anche l’Ambasciatore italiano negli Emirati Arabi Uniti Nicola Lener) e poi ad un evento all’Università americana di Dubai per svelare i segreti del Padiglione e il tema su cui si svilupperà: “La bellezza unisce le persone”.
“Siamo sicuri che il Padiglione italiano, che celebrerà la bellezza come elemento d’unione tra la creatività e la conoscenza, sarà molto apprezzato dai nostri milioni di visitatori, aggiungendo interesse per quello che si attendono di vedere all’Expo”, ha sottolineato l’Executive Director di Expo Bureau Najeeb al Ali incontrando Buffagni al quale ha lodato i rapporti tra i due paesi e ha spiegato come gli Emirati stiano lavorando per arrivare pronti all’avvio dell’evento che durerà sei mesi: il countdown segna 46 settimane e 6 giorni, e al momento gli organizzatori assicurano di essere in linea, prevedendo di completare tutte le costruzioni permanenti per l’Expo entro la fine dell’anno.
Il padiglione italiano, su progetto di Italo Rota, Carlo Ratti, Matteo Gatto e F&M Ingegneria, si estende su una superficie di 3.500 metri quadri, con un’altezza di quasi 27 metri, integra materiali sostenibili come bucce d’arancia e fondi di caffè, e si basa su un approccio circolare all’architettura, con gli scafi di tre imbarcazioni, dipinti con i colori della bandiera italiana, convertiti nel tetto dell’area espositiva. La strategicità della posizione, vicino a quelli di Emirati, India, Usa e Giappone, permette all’Italia di aspettarsi fino a “5,5 milioni di visitatori”, spiega Glisenti. Ma Expo avrà anche un “ritorno positivo” per l’Italia, sia come conoscenza del mercato ma soprattutto per le aziende nostrane, che “possono farsi conoscere”, assicura Buffagni, che ha garantito tutto il supporto del Governo per la riuscita della partecipazione italiana.
SOURCE: www.ansa.it