Gli Emirati Arabi Uniti si confermano tra i Paesi leader a livello globale in ambito di economia circolare
Negli ultimi 15 anni da parte degli Uae sono stati promossi investimenti energetici puliti e rinnovabili per un importo pari a 50 miliardi di dollari. In questi giorni il Paese ha annunciato per la prossima decade un ulteriore investimento di 50 miliardi di dollari in progetti riguardanti idrogeno e ammoniaca. Non è un caso se la COP28 verrà ospitata a Dubai il prossimo novembre 2023. La Conferenza per il Cambiamento Climatico sarà, di fatto, un invito a tutti gli operatori green italiani a non farsi sfuggire l’occasione e a farsi avanti, promuovendo l’expertise italiana in ambito economia circolare e green.
L’Italia vanta un’esperienza unica e virtuosa in questi settori e la dimensione piccola e media delle imprese italiane è quella che fa al caso delle controparti emiratine: l’Italia è una vera e propria superpotenza nell’economia circolare, detenendo la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti (79,4%, contro una media europea di 48,6%). Ben 441 mila imprese hanno investito negli ultimi cinque anni in prodotti e tecnologie green: sono quelle che innovano di più, esportano di più, producono più posti di lavoro.
Gli Emirati possono e devono essere uno sbocco naturale per le aziende italiane attive in ambito green. Riceviamo costanti richieste emiratine di conoscere realtà italiane che vogliono crescere e investire nel Paese. Non cogliere questa opportunità sarebbe un gravissimo peccato
“Gli imponenti investimenti in economia circolare appena annunciati dal governo degli Emirati Arabi Uniti rappresentano un’imperdibile opportunità per le aziende italiane del comparto ambientale di apportare i propri eccezionali know how e good practice rappresentativi del Made in Italy della tutela ambientale”, afferma Giovanni Bozzetti, Vicepresidente Vicario Confindustria Cisambiente con delega all’Internazionalizzazione.
SOURCE: it.advfn.com