Uno sguardo alla fiera di design leader del Medio Oriente che, più delle altre, permette un incontro di culture e creatività sul tema design
Alla candida tensostruttura che accoglie Downtown Design, il centro che accoglie l’evento Dubai Design Week 2022, si arriva attraversando un grande slargo e uno dei tanti, vastissimi, viali, subito fuori dal Dubai Design District (d3).
Il primo consiglio, quindi, è approfittare di una delle numerose macchinette elettriche (gratuite) che fanno la spola da una parte all’altra, per evitare di cominciare la visita alla fiera già accaldati.
Sì, perché anche all’inizio di novembre – la Dubai Design Week 2022 ha avuto luogo dall’8 al 13 – le ore centrali della giornata possono essere fatali per temperatura e umidità, soprattutto per chi arriva, magari di corsa, da Occidente.
Quattro le esposizioni collaterali distribuite tra il padiglione della fiera e il distretto del design adiacente: d3 Architecture Exhibition, UAE Designer Exhibition curata da Cyril Zammit, Design in the Metaverse di MetaDecrypt e Matter-ials, una serie di installazioni indoor che dimostrano l’impatto positivo che può avere il design sull’ambiente in base ai materiali utilizzati.
Cosa salta agli occhi, al primo impatto, accedendo alla fiera?
L’impostazione di stand, file e corridoi è la stessa di tante altre manifestazioni di design, ma gli espositori che si alternano portano con sé idee, progetti, materiali, prodotti provenienti da luoghi geograficamente tanto distanti, qui, invece, accostati uno all’altro.
Ci sono brand locali, di Dubai e degli altri sei Emirati, aziende del vicino Medio Oriente, del Sud dell’Asia e del Nord Africa e tanta partecipazione europea: alcuni marchi – i più piccoli e artigianali – presenti in prima persona, altri con i rivenditori in zona.
La fiera, in breve, ha ospitato oltre 200 marchi e designer da tutto il mondo, con una sezione dedicata alle edizioni limitate e su misura, Downtown Editions, piattaforma ideale per gallerie, singoli studi e collettivi locali.
Raghad Al Ali
Alternando, proprio come avviene nei corridoi della Dubai Design Week, aziende colossi e piccoli brand, abbiamo incrociato il pezzo unico esposto dall’architetta e designer palestinese, erede di una famiglia di vetrai, Raghad Al Ali, lo specchio luminoso Nudi Pink.
Lo specchio nasce da una ricerca realizzata attraverso esperimenti con diversi stampi e composizioni di silice, per raggiungere, con il vetro, piani diversi da quello orizzontale.
Trame Paris
Con un istantaneo viaggio tra continenti, atterriamo a Parigi, o meglio alla presenza di Parigi a Dubai e alle proposte di Trame Paris, semplicemente appoggiate su un espositore a balze evidenziato dal suo colore giallo sole.
Le proposte di Trame Paris, tappeti e accessori per la casa, nascono dalla sapiente combinazione di artigianato e tecnologia digitale e da uno sguardo curioso e dalla convinzione dell’importanza dell’incontro fra culture.
Il nome del brand si riferisce alla tessitura dei tappeti, il cuore della collezione, ma anche all’intersezione delle voci e degli sguardi dei designer e degli artigiani coinvolti.
Isola Design
Piattaforma curata di design, attiva online e offline, Isola Design ha partecipato alla Dubai Design Week 2022 con una selezione limitata di pezzi rappresentativi dei designer della sua Community che, in totale, conta oltre 800 designer innovativi e più di 1.300 progetti.
Together As One, il tema dell’anno di Isola, è stato mantenuto anche a Dubai, per incoraggiare ogni parte coinvolta a diventare parte di un insieme consapevole che non considera più il design solo come il risultato di un processo, ma il processo stesso.
Un metodo per costruire soluzioni che uniscano le persone in modo da affrontare le sfide del presente superando i confini e sfruttando l’opportunità di stare insieme.
Veuve Clicquot
Ha celebrato a Dubai il suo 250° anniversario con un’installazione pop-up, The Solair Lounge, suddivisa tra interno ed esterno del padiglione, ispirata alla natura del luogo e pavimentata con sabbia degli UAE.
La doppia lounge di Veuve Clicquot ha coinvolto i visitatori con eventi e workshop, li ha accolti nella zona caffetteria e stimolati con l’esposizione dei suoi oggetti più emblematici rivisti in modalità sostenibile.
La forte convinzione della Maison è che un packaging elegante e funzionale possa diventare esso stesso parte della desiderabilità del prodotto, diventa ancora più importante, quindi, realizzarlo con attenzione alla sostenibilità.
Gli oggetti della collezione proposta sono stati progettati per durare, privi di plastica e riciclabili al 100%, in linea con l’impegno del brand di ridurre del 50% le proprie emissioni entro il 2030.
Minotti
Le novità di Minotti sono andate in scena a Dubai in collaborazione con Aati, partner esclusivo negli UAE.
L’allestimento, ispirato al mood del padiglione Minotti presentato a giugno al Salone del Mobile di Milano, ha proposto un coinvolgente viaggio alla scoperta dei nuovi elementi d’arredo.
Per mettere in evidenza le proposte e permettere allo sguardo, distratto dal chiarore del cielo, del mare e della luce di Dubai, il pavimento e le pareti dello stand erano neri, rispettivamente in rovere striato e in abete lucidato.
Anche in questo caso non è mancato il capitolo dedicato alla tecnologia, risolto con un grade videowall dove scorrevano le immagini del progetto digitale Padiglione Minotti e di Waterrock Boutique Hotel & Villas dedicate alla collezione Hopsitality 2022.
Klodea
Presenza indipendente, l’azienda Klodea specializzata nella produzione di maniglie e accessori e nata alle porte di Milano nel 2015.
Espressione combinata di ergonomia e bellezza, la ferramenta per mobili di lusso di Klodea, è caratterizzata dalla ricerca di un linguaggio che trasmetta significati che si traduce, spesso, in forme fluide che imitano l’equilibrio degli elementi naturali.
Le 11 collezioni, realizzate con cura artigianale, sono pronte in Zamac, una lega di zinco ad alta purezza e definiscono il carattere inconfondibile di queste maniglie.
Gaar
Il designer armeno libanese Nareg Krikorian ha presentato Gaar, una collezione di mobili in pelle progettata, in origine, per la sua tesi di master alla Central Saint Martins.
Nel realizzare le poltrone e lo sgabello di ispirazione fetish, Krikorian ha impiegato un tipo di cucitura generalmente utilizzato nella costruzione di borse, qui ridimensionato per creare un effetto ad anello ed esagerato lungo le parti cucite delle sedute.
La vasta conoscenza di Krikorian nella lavorazione della pelle proviene dalla sua famiglia, specializzata in lavorazioni artigianali da diverse generazioni: di fronte al suo piccolo stand, infatti, era presente l’esposizione del marchio personale di sua madre, Jasmin’s Line.
SOURCE & CREDITS : INTERNIMAGAZINE.IT